13 marzo 2020

Carissimi Amici del Nucleo Brianteo, non ci possiamo incontrare, alcuni di noi hanno la fortuna di vedersi di sfuggita camminando in fretta per i percorsi dei luoghi di lavoro, oppure utilizzando gli strumenti che per fortuna in questo momento di isolamento sociale, sono utili per sentirsi vicini almeno virtualmente.

Questo è un periodo strano, inaspettato e che ci ha trovati impreparati almeno dal punto di vista emotivo e sociale ma non come professionisti. Ci viene chiesto di puntare all’ essenziale, di dare il meglio di noi stessi come professionisti con grandi sacrifici e rinunce anche personali. E ormai è evidente che le nostre forze fisiche e psicologiche iniziano a barcollare.

Non possiamo vederci personalmente, condividere davanti ad un caffè le nostre preoccupazioni ed emozioni che quotidianamente viviamo non solo come infermieri ma come persone, così come non siamo in grado di rassicurare i nostri familiari a cui non sappiamo dare risposte certe.

Tuttavia questa è l’occasione per scoprire o riscoprire di più le ragioni per cui abbiamo scelto questa professione che già sapevamo essere una grande sfida.

Ogni giorno vedo i nostri colleghi infermieri che escono dalla “trincea” provati e penso al paradosso in cui ci stiamo trovando: nel nostro ultimo incontro avevamo ipotizzato di sviluppare alcuni progetti per valorizzare la nostra figura per l’anno Internazionale degli Infermieri 2020, invece la circostanza difficile che stiamo vivendo ci chiede altro, di far conoscere all’Italia e al Mondo intero, chi siamo veramente: professionisti con grande tenacia, determinazione, competenza, guidati da senso di responsabilità e valori professionali. Quindi non “gli eroi di questa pandemia” ma la spina dorsale, che mantiene vivo e attivo il nostro sistema sanitario già sofferente da anni, ancor prima di questo evento.

Non so dirvi quanti messaggi e post ho ricevuto anche da persone inaspettate che ci ringraziavano definendoci “eroi del nostro tempo” per come stiamo reggendo e sorreggendo la sanità intera, cogliamo questa risposta che per noi potrebbe rappresentare il possibile seme di un cambiamento.

Ho imparato nella mia vita professionale e personale che ogni fatica e circostanza apparentemente negativa è sempre seguita da una scoperta di qualcosa di positivo e inaspettato. La nostra forza potrebbe essere quella di aiutarci a “guardarci l’uno con l’altro”, con il desiderio di riconoscere che ci sono testimoni tra di noi che ci insegnano a vedere la bellezza ed il valore aggiunto di questo evento sanitario così drammatico e poi imparare a riconoscere che le nostre famiglie, i nostri amici, i componenti della nostra associazione…. tutti possono rappresentare una risorsa. Se teniamo vivo questo sguardo, anche la paura sarà vinta, e il cuore ritroverà pace e speranza.

Vi chiedo di non restare soli!!! Condividiamo e sentiamoci anche per sostenerci (questo è uno degli scopi dell’Associazione): Sono certa che ce la faremo anche perché noi infermieri sappiamo chiaramente qual è l’obiettivo comune da seguire, salvaguardare ciò che rappresenta per tutti il bene più prezioso, la nostra salute e quella delle persone di cui ci prendiamo cura.

Sandra Merati
Delegata Nucleo Brianteo
Associazione Regionale Lombardia Infermiere/i (ARLI)