Ginevra, Svizzera, 29 ottobre 2021 – Il Consiglio Internazionale degli Infermieri (ICN) chiede al gruppo di nazioni del G20, che si riunirà a Roma il 30-31 ottobre, di intraprendere urgenti interventi per proteggere il personale infermieristico e sanitario, dalla conseguenze della pandemia COVID-19.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) supportata da una analisi condotta dall’ICN, ha recentemente confermato che finora 180.000 operatori sanitari sono deceduti a causa della COVID-19: l’ICN ritiene che questo numero di decessi costituisco una una stima prudente. Gli infermieri che molti paesi al mondo sono ancora costretti a lavorare senza vaccinazione e senza adeguati dispositivi di protezione individuale (DPI): L’ICN chiede un’azione coordinata per fermare questa situazione, altrimenti altro personale sanitario morirà e la pandemia si trascinerà all’infinito.

“Credo che la stima dell’OMS di 180.00 morti sia prudente, e penso che la cifra vera potrebbe essere invece più vicina a 250.000 decessi. È un terribile atto d’accusa per le mancanze dei governi negli interventi per proteggere gli infermieri e gli altri operatori sanitari che stavano solo andando a lavorare per adempiere i loro doveri – ha affermato Il CEO di ICN Howard Catton.

Un altro dato importante e allo stesso tempo molto preoccupante è che il numero totale di decessi che i paesi hanno realmente segnalato sono inferiori a 7.000. Ciò suggerisce che queste tragiche morti non vengono prese sul serio. Cosa succederebbe a qualsiasi settore industriale o lavorativo se 250.000 persone nel giro di 18 mesi morissero come conseguenza diretta del lavoro senza protezione adeguata? Verrebbe chiusa. Ma naturalmente non si possono chiudere i servizi sanitari, perché sono troppo importanti per la nostra salute e per il nostro benessere sociale ed economico. Ogni morte è una tragedia: lascia dietro di sé una famiglia senza madre o padre e bambini che restano orfani. Ma quando si parla di migliaia di morti, tutto diventa solo un dato statistico. E ogni infermiera che muore lascia un vuoto in una forza lavoro sottodimensionata e allo stremo: avremo bisogno di circa 12 milioni in più di infermiere entro il 2030, per mantenere i livelli attuali.

I governi hanno chiuso gli occhi su questa tragedia: è imperdonabile. Le stesse persone che ci salvano nel momento del bisogno sono state e continuano ad essere esposte, in molte parti del mondo, ad una malattia mortale senza DPI e senza accesso prioritario ai vaccini. E non dobbiamo dimenticare che la pandemia ha causato un trauma di massa del personale sanitario, le cui conseguenze dureranno per anni. Molti stanno lasciando il lavoro da infermiere o sanitario perché non si sentono senza sostegno e vulnerabili agli effetti della pandemia. Siamo ora sull’orlo di una grande crisi globale di infermieri e di operatori sanitari che avrà conseguenze tragiche ovunque. Gli ospedali senza infermieri sono solo magazzini per i malati, e i servizi comunitari senza infermieri non offrono alcun servizio.

Gli infermieri di tutto il mondo si riuniranno al Congresso virtuale dell’ICN dal 2 al 4 novembre, e avranno osservato da vicino gli eventi del G20 durante il fine settimana.

I governi del G20 sono in una posizione privilegiata per prendere l’iniziativa e mostrare un po’ di compassione per gli infermieri e gli altri operatori sanitari che hanno fatto più di chiunque altro per vedere il mondo attraverso la pandemia. L’ICN sostiene l’appello di Gordon Brown affinché i 240.000.000 di vaccini “di riserva” che sono in giro inutilizzati nelle nazioni più ricche siano trasportati per via aerea nei paesi che ne hanno più bisogno.

La CNAI, componente Italiana dell’ICN dal 1949, condivide ed amplifica il messaggio di ICN. Chiede al governo italiano di farsi portavoce al G20 e a livello globale dell’urgenza dell’impegno per avere una più equa ripartizione e portare aiuti quanto mai urgenti di vaccini, cure e DPI nei paesi che più hanno necessità.

Più paesi e più persone vulnerabili al mondo restano senza protezione, più si allontana la fine della pandemia.

Basta con le chiacchiere – vediamo ora gli interventi del G20: è il minimo che possono fare”. Bisogna agire, ora!

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